LO STRESS da lavoro – il burn out – è stato riconosciuto ufficialmente dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), che l’ha inserito nel suo grande elenco dei disturbi medici, aggiornato di anno in anno. Non di vera e propria malattia si tratta, ma di “problema associato alla professione”. I sintomi: “spossatezza sul luogo di lavoro”, “cinismo, isolamento o in generale sentimenti negativi” ed “efficacia professionale ridotta”. Il risultato è una “sindrome che porta a stress cronico impossibile da curare con successo”. La decisione arriva dopo decenni di studi. L’agenzia speciale dell’Onu per la salute fornisce le direttive ai medici per diagnosticarlo. Il primo ad occuparsi di burn out è stato lo psicologo Herbert Freudenberger nel 1974.
Il burn out si riferisce – secondo la classificazione – specificamente ai fenomeni nel contesto occupazionale e non dovrebbe essere applicato per descrivere esperienze in altri ambiti della vita. “Questa è la prima volta che il burn out è stato incluso nella classifica”, ha spiegato ai giornalisti il portavoce dell’Oms, Tarik Jasarevic. Il nuovo elenco, Icd-11, che entrerà in vigore nel gennaio 2022, contiene molte altre aggiunte, inclusa la classificazione del “comportamento sessuale compulsivo” come disturbo mentale, sebbene si fermi prima di aggravare la condizione insieme a comportamenti di dipendenza. Per la prima volta inserisce i videogiochi fra i “disturbi da dipendenza”, insieme al gioco d’azzardo e alle droghe come la cocaina. La condizione di transgender viene spostata dalla lista dei disturbi mentali a quelle delle “condizioni relative alla salute sessuale”.